L’evoluzione della specie… e delle organizzazioni

Che dalla Natura non si possa che imparare e prendere ispirazione è fuori dubbio, basti pensare agli oggetti che spesso progettiamo definendo l’ergonomia guidati dalle caratteristiche di esseri viventi, piante o animali: dagli artigli per una presa efficace, alle ali per volare, ai sistemi di comunicazione sfruttando onde e suoni, arrivando a comprendere principi fisici proprio grazie all’osservazione di situazioni che avvengono normalmente e “naturalmente” sotto i nostri occhi. Negli ultimi tempi stiamo vivendo importanti evoluzioni che vedono la riorganizzazione non solo delle nostre aziende, ma di interi modelli di business e di conseguenza di tutti i soggetti che in questi business operano, incluse ovviamente le Associazioni di settore.
La consapevolezza che le organizzazioni in generale siano in qualche modo entità “viventi” create dall’uomo ci porta a considerare di fatto un’analogia tra gli aspetti evolutivi che caratterizzano gli esseri viventi e le organizzazioni stesse. La biologia, infatti, insegna che il cambiamento è “la condizione normale degli organismi viventi” e che per un organismo vivente l’unica condizione che non contempla il cambiamento è la morte. Paradossalmente, la stabilità appare una condizione “non normale”.
Spesso all’interno di organizzazioni moderne assistiamo al capovolgimento di questa prospettiva che si traduce nel concetto di resistenza al cambiamento. Il mantenimento dello status quo è in molti casi dettato dalla paura di alterare condizioni che appaiono positive, immutabili nel tempo e per questo prive di rischi, ma proprio tale ipotesi può rappresentare il pericolo più grande perché distoglie da un’analisi approfondita del contesto in cui si opera.
Stabilità non vuol dire assenza di cambiamenti ma gestione e controllo dell’evoluzione che si rende necessaria in virtù di una modifica delle condizioni dell’ambiente esterno e dunque, nel caso di aziende o associazioni, mutamenti dei mercati e delle tecnologie. Queste riflessioni sono legate al momento determinante che stiamo vivendo in ASSOFLUID, caratterizzato da un’evoluzione sostanziale dell’assetto associativo, in primis con il consolidamento della partnership con ASSIOT. Una scelta dettata dal nuovo paradigma che vede lo sviluppo di tematiche trasversali tra i settori della potenza fluida e delle trasmissioni di potenza, con la necessità di allargare il perimetro operativo sia a livello tecnologico (per esempio, si devono necessariamente affrontare tematiche legate all’elettronica e alle cosiddette “tecnologie abilitanti”), sia in termini di filiera, dove le interazioni a monte e a valle sono sempre più spinte. Insomma, un cambiamento che nasce dalla volontà di garantire agli associati una rappresentatività sempre più efficace e allo stesso tempo un’ottimizzazione dell’efficienza operativa, in un processo evolutivo “naturale”.