Le industrie europee unite per un futuro sostenibile

Tre sono le richieste indirizzate dai produttori di macchine agricole e di macchine per costruzioni agli organi della UE: una forte politica industriale, un approccio sostenibile sia all’agricoltura che all’edilizia e un’agenda di libero scambio.

a cura delle Redazione (fonti CECE, CEMA)

CECE e CEMA rappresentano le industrie manifatturiere che si occupano della produzione di attrezzature ad alta tecnologia utilizzate rispettivamente nell’edilizia e nell’agricoltura. Insieme, queste industrie forniscono posti di lavoro a oltre 600.000 persone in tutta Europa – sia all’interno di grandi multinazionali, sia in una moltitudine di PMI innovative. CECE e CEMA, ognuna con un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro, dimostrano il ruolo importante che queste industrie svolgono nell’economia europea e globale.
Come molti altri settori in Europa, anche questo si è evoluto enormemente negli ultimi vent’anni. I progressi della tecnologia digitale stanno trasformando la produzione e gli scambi commerciali – fornendo soluzioni sostenibili a vantaggio dell’ambiente e, quindi, dei cittadini dell’UE.
Nonostante le enormi sfide che si trovano costrette ad affrontare, le industrie di questo settore si impegnano costantemente per mantenere degli alti livelli di innovazione e una leadership competitiva – creando posti di lavoro e favorendo la crescita sia in Europa, che nei paesi extra-europei.
Per liberare tutto il potenziale dell’economia digitale e rimanere competitivi in un mercato sempre più globalizzato, CECE e CEMA invitano l’UE a concentrarsi su tre specifiche richieste politiche: una forte politica industriale, agricoltura e edilizia sostenibili, e un’agenda di libero scambio.

Una forte politica industriale
Le industrie attendono con impazienza una forte politica industriale in grado di: garantire che la legislazione europea si adatti alle effettive realtà dell’utilizzo e del funzionamento dei macchinari, sulla base di solide valutazioni in termini di impatti scientifici ed economici; completare il Mercato Unico, proponendo un testo legislativo che armonizzi i requisiti UE di circolazione stradale per macchine mobili non stradali come escavatori e mietitrebbie; supportare una stabilità legislativa a lungo termine per settori chiave del mercato interno come la Direttiva Macchine, e rimanere allineati con le particolarità e gli sviluppi dell’industria.
“Una politica industriale forte deve essere al centro di qualsiasi piano istituzionale europeo per il periodo 2019-2024,” afferma Enrico Prandini, presidente di CECE. “Le industrie manifatturiere guidano l’innovazione, la crescita e l’occupazione in Europa. È per questo che ci serve un contesto politico e legislativo in grado di incoraggiare i nostri settori a rimanere competitivi e realizzare la transizione digitale, per offrire il meglio dei prodotti e delle soluzioni e per andare incontro ai bisogni in costante evoluzione dei nostri clienti.”

Agricoltura e edilizia sostenibili
Dovrebbe essere attuato un approccio sostenibile sia all’agricoltura che all’edilizia, sostenendo delle iniziative europee per incentivare soluzioni di investimento e di rinnovamento in grado di portare benefici agli utilizzatori e alla società intera – come ad esempio la Politica Agricola Comune e il Piano d’Investimenti per l’Europa; incoraggiando lo sviluppo di macchine che promuovano l’efficienza di processo per ridurre le emissioni CO2; fornendo finanziamenti alla ricerca UE nei settori tecnologici più promettenti – come l’automazione, la robotica, la connessione digitale e l’intelligenza artificiale – che potrebbero avere un impatto positivo nell’affrontare le sfide ambientali.
Secondo Anthony van der Ley, presidente di CEMA, “Le industrie manifatturiere europee odierne si stanno impegnando a fornire tecnologie in grado di incoraggiare pratiche agricole e costruttive più sostenibili. Insieme, invitiamo l’UE a individuare dei meccanismi per incentivare gli investimenti in attrezzature moderne – che porteranno benefici sia agli utilizzatori, che alla società e all’ambiente.”

Un’agenda di libero scambio
Dovrebbe essere attuata anche un’agenda di libero scambio per promuovere gli accordi commerciali; per incentivare il commercio mondiale e l’apertura dei mercati, potenziando il sistema attuale di accordi multi e bilaterali; per rafforzare gli Accordi di Libero Scambio, fornendo alle aziende UE informazioni dettagliate sui concreti vantaggi che questi accordi potrebbero dare loro in termini di esportazioni; per favorire il potenziale di esportazione delle macchine europee ecocompatibili, di alta qualità e a elevata tecnologia utilizzate per l’edilizia e per l’agricoltura – in modo da aumentare la quota di mercato dell’UE sulla scena mondiale.
Riccardo Viaggi e Jerome Bandry, segretari generali rispettivamente di CECE e di CEMA, si sono trovati d’accordo: “L’esportazione di tecnologie e innovazioni rappresenta una vera e propria raison d’être per le aziende europee. L’Unione Europea deve permettere alle nostre industrie di rimanere competitive a livello globale, garantendo un’apertura reciproca e delle condizioni competitive uniformi in tutti i suoi accordi commerciali.”