La storia alle spalle, il futuro alle porte

In principio furono le storiche Officine, nate nell’ormai lontanissimo 1879 e primo tassello di un Gruppo che ha interessi in settori industriali molto diversi tra loro. È legata a doppio filo alla famiglia Maccaferri, infatti, la storia di SAMP, iniziata nel 1936 e portata avanti oggi dalla terza generazione, rappresentata dal presidente Antonio Maccaferri, che abbiamo incontrato nel quartier generale italiano di Bentivoglio, nel bolognese.

di Fabrizio Dalle Nogare

A Bentivoglio, una ventina di chilometri da Bologna, dal 2010 convivono le quattro attuali società del Gruppo SAMP: Sampsistemi, Samputensili con le sue due anime Cutting Tools e Machine Tools, e Sampingranaggi. Una scelta, quella di riunire anche fisicamente i diversi rami dell’azienda, che rimanda, come ci racconterà il presidente Antonio Maccaferri, a quando tutto ebbe inizio, più di 80 anni fa. Un ritorno al passato, guardando al futuro.

Proprio lo scorso anno il Gruppo SAMP ha celebrato i suoi primi 80 anni. Com’è stata vissuta questa ricorrenza all’interno dell’azienda?

È stato, innanzitutto, un bellissimo traguardo, un’occasione per fermarci un attimo, pensare a quello che siamo riusciti a raggiungere e, soprattutto, condividere il momento con chi è stato con noi in questo percorso: i dipendenti, la famiglia, i clienti. Poi, l’azienda è sempre in movimento, i cambiamenti sono talmente continui e l’attività così frenetica che siamo inevitabilmente proiettati verso il futuro, proprio come abbiamo sempre fatto. La storia del Gruppo Maccaferri, e di riflesso anche di SAMP, è una storia di passaggi generazionali affrontati con successo, contrariamente a quanto accade – statistiche alla mano – in moltissime realtà. Qual è stato, secondo lei, il segreto? Una delle chiavi del successo dei due passaggi generazionali affrontati finora è stata la capacità di mantenere la proprietà del Gruppo limitata a un numero molto ristretto di persone: una necessità stringente per poter prendere decisioni in maniera veloce e condivisa. Il secondo elemento è quello dei rapporti, perché non basta essere in pochi, ma bisogna anche riuscire ad andare d’accordo. Adesso ci stiamo preparando all’ingresso della prossima generazione, fatta da ragazzi che hanno, secondo me, una maggiore consapevolezza delle loro scelte e opportunità rispetto alla generazione mia e dei miei fratelli, che vedevamo l’ingresso in azienda come la prosecuzione quasi naturale di un percorso. Far parte di un Gruppo familiare rappresenta sicuramente un valore e un vantaggio per le singole aziende del Gruppo SAMP che, quando si presentano al mercato, lo fanno avendo alle spalle un’organizzazione strutturata e affidabile.

Parlando del Gruppo SAMP, che rilevanza ha avuto la diversificazione delle attività aziendali, e quindi la creazione delle varie divisioni, nello sviluppo e nel successo dell’azienda?

Così come il Gruppo Maccaferri, anche SAMP ha nel suo DNA la diversificazione delle attività, che risale ai difficili anni del secondo dopoguerra, quando la prima nata – Sampsistemi, specializzata nella produzione di macchinari per i cavi – faticava a reperire gli ingranaggi o gli utensili per le macchine e iniziò quindi prima a produrre questi componenti per costruire le macchine e poi a venderli, gettando le basi per la creazione delle altre due società. Nell’ultimo decennio abbiamo strategicamente deciso di armonizzare una serie di servizi (tra cui amministrazione, tesoreria, finanza, acquisti, marketing) condivisi tra quelle che sono diventate le quattro aziende del Gruppo SAMP, con la separazione tra Cutting Tools e Machine Tools all’interno di Samputensili. L’inaugurazione, nel 2010, dello stabilimento di Bentivoglio ha consentito di riunire anche fisicamente queste divisioni. Oggi, all’interno del Gruppo SAMP le varie anime possono misurarsi in modo snello con un mercato molto cambiato rispetto al passato e ricco di opportunità di crescita, con strutture decisionali autonome e management dedicati. Una scelta strategica che sta dando grossi benefici in termini di governance.

Guardando alla produzione di ingranaggi, quindi a Sampingranaggi, quanto è importante poter contare sulle sinergie con le altre divisioni?

Può essere un grande vantaggio, in effetti, perché consente a Sampingranaggi di accedere a tecnologie e prodotti, o di trovare soluzioni insieme ai colleghi delle società che si occupano di utensili o di macchine. Dal punto di vista strategico, il travaso di conoscenza e tecnologia è sicuramente un fattore positivo. In più, la comunicazione diretta è favorita dal fatto di essere nello stesso luogo, qui a Bentivoglio. E i benefici possono essere reciproci tra le aziende. 

Immaginando una scala di priorità, quale aspetto è oggi predominante per voi nella produzione di ingranaggi? Personalizzazione, flessibilità, qualità…

La storia di Sampingranaggi è da sempre strettamente legata alla qualità: ci posizioniamo tradizionalmente in una fascia di qualità alta. Basti pensare che i nostri ingranaggi, che siano conici o cilindrici, sono tutti rettificati. È stata una scelta strategica quella di non competere sulle grandi produzioni, ma di focalizzarci piuttosto sulle applicazioni speciali, soprattutto nel settore industriale. Attualmente i nostri ingranaggi sono destinati perlopiù a settori come robotica, packaging, tessile o stampa. La robotica, in particolare, sta vivendo un periodo di crescita straordinaria a livello globale e la Cina è il paese in cui questa crescita fa segnare i numeri più importanti. Avvantaggiati dal fatto di avere già altre due società (Samputensili e Sampsistemi) che operavano in Cina, abbiamo aperto lì uno stabilimento di Sampingranaggi che ci aiuta a seguire in modo molto più efficiente quel mercato. Oggi il plant cinese sta andando molto bene, lavorando soprattutto nell’ambito della robotica.

Che peso ha il mercato italiano nelle vendite di SAMP? Vedete dei segnali di ripresa, come mostrano gli indicatori?

La nostra azienda rimane fortemente orientata all’export e forse, tra le aziende del Gruppo, Sampingranaggi è quella che beneficia un po’ meno della crescita del mercato nazionale, perché i principali clienti operano all’estero. La crescita del mercato italiano, comunque, c’è, come dimostrano gli ottimi risultati che sta conseguendo Samputensili, fornitore di chi produce ingranaggi. Questo indica con chiarezza che il mondo della produzione di ingranaggi in Italia sta vivendo un momento positivo, anche grazie agli incentivi del governo.

Gli organi di trasmissione sono spesso definiti come gli abilitatori delle tecnologie digitali, con un ruolo chiave nell’evoluzione dell’industria manifatturiera, anche italiana, verso l’Industria 4.0. Condivide questa visione?

Non ho dubbi sul fatto che Industria 4.0 sia il futuro del manifatturiero, che sarà sempre più un mondo fatto di dati, informazioni, conoscenza di quanto accade in fase di produzione. Gli organi di trasmissione sono il cuore di questa nuova concezione: se non si dispone del dato che mostra cosa succede all’interno di un organo di trasmissione, è molto difficile monitorare l’andamento di una macchina. Tutte le società del Gruppo SAMP stanno lavorando molto su temi come Industria 4.0 o additive manufacturing, cercando di promuovere un percorso che possa favorire il monitoraggio e, più in generale, la digitalizzazione della produzione.