La fiera è morta… viva la fiera!

A cura di Domenico Di Monte
Presidente / Assofluid

 

Il re è morto, viva il re! Erano le parole rituali con le quali il portavoce della vecchia monarchia francese annunciava al popolo la morte del sovrano e l’avvento al trono del successore, a garanzia, senza interruzione, della casa reale. Insomma, certezza e garanzia di continuità.
Il paragone sarà azzardato ma mentre si apre la stagione delle fiere più importanti per il nostro settore mi ritrovo come ogni anno ad assistere a dibattiti in cui si discute sull’opportunità di partecipare o meno a una fiera, ora che le vetrine sempre più virtuali e globalizzate consentono di monitorare costantemente le novità “da remoto”. Ho già scritto altre volte che credo nell’utilità della fiera, e l’avvento della digitalizzazione non rappresenta un freno a questo tipo di “veicolo” comunicativo, bensì un’opportunità da sfruttare. I numeri sembrano avvalorare questa tesi, vista la crescita costante dei fatturati delle società che organizzano fiere in tutto il mondo, senza dimenticare che 28 delle 33 più grandi aziende del mondo sono europee.
Sempre più spesso gli organizzatori di eventi implementano le tecnologie digitali per agevolare visitatore ed espositore allo stesso tempo: dal Wi-Fi alla segnaletica digitale, sistemi di wayfinding, e-ticketing, piattaforme per la gestione della sicurezza, del traffico, della logistica e per matchmaking e app dedicate agli utenti profilati con una precisione sempre maggiore. Allo stesso modo, l’opportunità di proporre nello stesso evento un’offerta arricchita dalle tecnologie digitali che pervadono trasversalmente i diversi settori industriali rappresenta una modalità per generare in modo rapido ed efficace nuovo interesse attorno a una proposta che necessita, di anno in anno, di essere ripensata.
Da qui la gara degli organizzatori per creare le condizioni perché gli eventi dedicati all’industria diventino sempre più luoghi di scambio tecnologico più che di proposta commerciale, e così pure gli espositori che fanno a gara per inventare un’applicazione che mostri non solo le peculiarità del proprio prodotto, quanto la capacità dell’azienda di integrare tecnologie complementari, spesso digitali, magari collaborando con altre realtà in filiera. Questa prospettiva mi rende ansioso di scoprire quali saranno le novità che potremo ammirare nelle prossime fiere di settore, e con quali modalità queste verranno presentate: dal MecSpe ad Hannover; dall’SPS ad Agritechnica e in tutte le fiere che, da marzo in avanti, riempiranno i centri fieristici in Italia e nel mondo.
Se questo mutamento della fiera determina una sorta di rottura nel segno della continuità, allora forse il re è morto, ma viva il re!