Il punto sul mercato dell’acciaio

Come si è concluso il 2019 per il mercato dell’acciaio? E quali sono le prospettive per il 2020? Purtroppo le previsioni non sono particolarmente buone, sia a livello mondiale che a livello italiano. I motivi? Mercati di sbocco in rallentamento se non in frenata, aumento dei costi delle materie prime, dazi e tensioni geopolitiche senza dimenticare la spinosa ‘questione Ilva’.

a cura della redazione (Fonte siderweb)

Dopo un anno «di corsa», seguiranno dodici mesi «al passo». Il 2020 per il settore siderurgico mondiale sarà caratterizzato da un tasso di crescita dei consumi inferiore a quello del 2019. Una crescita supportata innanzitutto dal contributo dei Paesi in via di sviluppo. Lo prevede la World Steel Association, l’associazione mondiale dei produttori di acciaio. “Nonostante l’outlook economico globale rimanga altamente imprevedibile, ci aspettiamo che il comparto dell’acciaio, nel suo complesso, aumenti il consumo dell’1,7% l’anno prossimo” ha dichiarato Al Remeithi, Chairman of the Worldsteel Economics Committee. Questo 1,7% sarà la risultante del +4,1% dei Paesi in via di sviluppo, del +1,0% della Cina e del +0,6% dei Paesi sviluppati. Tra questi la UE, secondo le previsioni di Eurofer, sarà testimone di un aumento del consumo reale di acciaio dello 0,1% rispetto al 2019, mentre il consumo apparente (che comprende anche il ciclo delle scorte) avrà uno sprint maggiore, con un incremento del l’1,4%.

I principali fattori che hanno condizionato l’andamento 2019
Nei primi otto mesi del 2019, l’attività nel settore è stata condizionata dalla fase di rallentamento dell’economia globale, causata dal protrarsi delle tensioni commerciali internazionali e dall’indebolimento del ciclo economico. La produzione mondiale di acciaio è comunque aumentata con una percentuale di poco inferiore a quella dello stesso periodo del 2018. Artefice di questo incremento è ancora la Cina, la cui produzione di acciaio è cresciuta di circa il 9%, compensando la riduzione della produzione registrata dal resto del mondo. La produzione di acciaio nei Paesi dell’UE si è ridotta del 2,9%, con percentuali superiori alla media nei principali Paesi produttori: Germania (-4,4%) e Italia (-4,5%).
La riduzione della domanda di acciaio da parte dei settori utilizzatori (primo fra tutti il comparto automotive) e l’andamento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti/semilavorati condizioneranno negativamente fatturato, margini e utili delle imprese della filiera siderurgica. Si prevede che il comparto più penalizzato sarà quello della produzione di laminati piani, che ha fatto registrare nei primi otto mesi del 2019 i cali maggiori dei prezzi di vendita dei prodotti a fronte dell’aumento delle quotazioni del minerale di ferro. In quello dei laminati lunghi, la diminuzione del prezzo dei prodotti risulta invece inferiore a quella del prezzo del rottame; l’impatto negativo sul risultato economico sarà quindi influenzato soprattutto dal calo delle vendite.

L’andamento del mercato della siderurgia in Italia
In Italia “sebbene al momento le prospettive per l’inizio dell’anno siano ancora incerte – ha dichiarato Stefano Ferrari, responsabile Ufficio Studi di siderweb -, nel 2020, secondo le previsioni di World Steel Association, il nostro Paese dovrebbe incrementare il consumo apparente di acciaio, arrivando a 27,5 milioni di tonnellate, circa 200mila tonnellate in più rispetto al 2019”. Se il dato sarà confermato, l’Italia “sarà il nono Paese al mondo per consumo di acciaio”.
Per quanto riguarda le materie prime impiegate nella produzione di acciaio, in particolare minerale ferroso e carbon coke secondo Ferrari le attese degli enti internazionali, delle banche e degli analisti sarebbero orientati al ribasso. Ciò vale, in particolare, per il minerale che, dopo un 2019 in rialzo e chiuso con prezzi medi annui di circa 90 dollari la tonnellata, nel 2020 dovrebbe attestarsi intorno ai 70-80 dollari la tonnellata grazie all’incremento della capacità estrattiva. Il carbon coke, invece, dovrebbe subire una riduzione di circa il 10% rispetto al livello del 2019.

Emanuele Morandi, Presidente di siderweb, ha così commentato i dati: “Il 2019 non è stato un anno bellissimo come qualcuno ci aveva promesso. Sappiamo bene che il nostro amato acciaio è un termometro molto sensibile per misurare lo stato di salute dell’economia reale e, nel corso del 2019, abbiamo osservato la colonnina di mercurio alzarsi in modo preoccupante.
Le cause di questi malanni sono molteplici: mercati a valle in rallentamento (se non in frenata), sovraccapacità produttiva, aumento dei costi delle materie prime, dazi e tensioni geopolitiche e, dulcis in fundo, poiché a noi italiani piace non farci mancare nulla, la questione Ilva”. l

Note: siderweb è la community italiana dell’acciaio, punto di riferimento per gli attori della filiera siderurgica.