tempesta

Agire nella tempesta

Il Coronavirus sta colpendo in modo devastante l’economia mondiale, con ricadute ancora difficilmente quantificabili. Vediamo quali potrebbero essere gli effetti sulle economie di Stati Uniti, Cina, Europa e infine Italia, e quali potrebbero essere le cure per il nostro Paese.

di Stefano Scuratti

La tempesta del virus ha colpito e sta colpendo in modo terribile la salute e l’economia del nostro Paese con effetti ancora difficilmente misurabili nel medio termine. Il miglior paragone è spesso legato alla crisi dei mutui sub-prime del 2008, quando un singolo settore ha di fatto contagiato l’economia mondiale. Nel caso del Covid-19, la situazione sembrerebbe ancora più pericolosa in quanto sono i molteplici i fattori che vi concorrono.
Diamo uno sguardo a quello che sta succedendo negli Stati Uniti, in Cina, in Europa e, infine, nel nostro Paese.

Oggi la Cina oggi deve fare i conti con il rallentamento del PIL, la diminuzione degli investimenti diretti esteri nel primo trimestre 2020, la contrazione del mercato mondiale e le sempre maggiori pressioni dei competitor internazionali.
Oggi la Cina oggi deve fare i conti con il rallentamento del PIL, la diminuzione degli investimenti diretti esteri nel primo trimestre 2020, la contrazione del mercato mondiale e le sempre maggiori pressioni dei competitor internazionali.

Cosa potrebbe accadere negli USA

Dopo dieci anni di crescita ininterrotta, come avvenne nel 2001, i multipli del mercato USA al 14 aprile registrano valutazioni esagerate: il Wilshire 5000, indice considerato come più valida rappresentazione dell’industria nel suo complesso, capitalizza $ 27.647 miliardi, circa il 127% del livello di PIL degli USA al 31 dicembre 2019.
Le elezioni americane sono alle porte e il ciclo decisionale per i nuovi investimenti sarà rimandato in parte fino al nuovo anno. Solo questi due fattori potrebbero bastare a determinare un rallentamento globale, mentre internamente la Federal Reserve Bank prevede un tasso di disoccupazione intorno al 15% negli USA.

La Federal Reserve Bank prevede un tasso di disoccupazione intorno al 15% negli USA.
La Federal Reserve Bank prevede un tasso di disoccupazione intorno al 15% negli USA.

…in Cina

La Cina nel 2008 registrava uno slancio economico tale da trascinare la ripresa mondiale, mentre oggi deve fare i conti con una caduta nella crescita del PIL già nel 2019, una diminuzione degli investimenti diretti esteri nel primo trimestre 2020, una contrazione del mercato mondiale e maggiori pressioni di competitor internazionali pronti ad attrarre nuovi investimenti diretti come Vietnam, Cambogia e India in Asia e Messico nel continente americano. Il fatto stesso che la Cina rappresenti una maggiore porzione del PIL mondiale sarà un ulteriore fattore di incertezza e contaminazione alla crescita in un secondo momento, quando per esempio il tasso di disoccupazione dovesse accelerare internamente.

Molti paesi auspicano un ruolo più incisivo della Banca Centrale Europea.
Molti paesi auspicano un ruolo più incisivo della Banca Centrale Europea.

…in Europa

L’Europa invece sembra ancora una volta divisa sia nelle scelte politiche che sottovalutano la stringente necessità di emissione di Eurobond, sia per la non attuata riforma fiscale europea ed infine anche per la chiusura dei mercati in se stessi a partire dalle forniture sanitarie. Si pensi che una delle prime emissioni di debito degli Stati Uniti fu quella del 25 marzo del 1815 per un valore nominale di $10, Treasury Note del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti; la Federal Reserve fu istituita solamente nel 1913, quasi cent’anni dopo. La Banca Centrale Europea è stata istituita nel 1998 e sono molti i paesi che ne auspicano un ruolo più incisivo.

… e infine in Italia

Infine, per quanto riguarda l’Italia, è bene considerare che se la pressione dei licenziamenti fosse pari a quella prevista per gli USA, il dato della disoccupazione potrebbe spingersi dal 10% al 20%, livello insostenibile con un indebitamento del 135% rispetto a un PIL in forte calo nel 2020.
Quale cura? Agire immediatamente ripristinando la produttività in ogni filiera con le dovute precauzioni sanitarie, ottenere i capitali necessari alla tenuta del Paese anche al di fuori dell’Europa e attrarre sempre maggiori Investimenti Diretti Esteri che dagli USA dirigono verso l’Europa. Sarebbe interessante competere con l’Olanda, paese che primo fra le economie europee ha ottenuto $883.2 miliardi d’investimenti diretti esteri dagli USA nel 2018. l

Referenze: https://www.bea.gov/news/2019/direct-investment-country-and- industry-2018