50 anni e non sentirli

di Marco Ferrara, Direttore Assofluid

Non esisteva la posta elettronica. Nemmeno i fax e i telefoni cellulari. Quando ASSOFLUID muoveva i suoi primi passi, lungo un tragitto che il 22 febbraio scorso ha visto tagliare il traguardo dei 50 anni, per fare le copie si usavano la carta carbone e la carta velina di diversi colori, ferveva la contestazione per la guerra del Vietnam, in Italia la protesta studentesca era al suo apice e i Beatles, da lì a poco, avrebbero pubblicato il celebre White Album. Probabilmente solo un’epoca così densa di grandi avvenimenti e ideali poteva trasmettere l’entusiasmo e il coraggio necessari per realizzare, in ambito associativo, una realtà come ASSOFLUID.
Sì, perché ASSOFLUID è stata come un lampo, un’intuizione geniale di tredici pionieri, che ha dato voce e credito agli imprenditori di quel comparto specifico dell’industria meccanica, la potenza fluida, facendo convogliare su essa il giusto e meritato riconoscimento.
In 50 anni abbiamo assistito a un cambiamento industriale epocale, scandito dal passaggio dalle lavorazioni manuali o con semplici macchinari fino al presente dell’industria 4.0, passando attraverso innovazioni come quelle rappresentate dalle macchine a controllo numerico. Abbiamo assistito a evoluzioni aziendali inimmaginabili, che hanno portato piccole officine a diventare multinazionali affermate a livello mondiale. Siamo stati testimoni delle grandi rivoluzioni nelle comunicazioni, con l’arrivo del telefax che approdò in ASSOFLUID nel 1986, e il primo sito web dell’Associazione nato alla fine degli anni ’90. Come scordare poi i primi computer che, sempre negli anni ’90, si accomodarono, giganteschi e invadenti, negli uffici della nostra struttura? Anche le sedi sono cambiate: dalla storica sede nel centro di Milano, in Via della Moscova, nel 2009 ci siamo trasferiti a Cinisello Balsamo, in coabitazione con altre importanti associazioni industriali. In 50 anni sono passati in Associazione diversi dipendenti, consiglieri, presidenti, ma sono rimaste le aziende. Oggi sono 180, domani ci auguriamo possano esser in numero maggiore, ma la cosa che più conta, e di cui siamo orgogliosi, è però un’altra: abbiamo una storia riconosciuta, radici ben salde e unità di intenti con ciascuno dei soci, accomunati da un grande ideale: valorizzare il proprio lavoro condividendo passione, impegno e desiderio di essere protagonisti in Italia e nel mondo. Diversamente non avremmo 50 splendidi anni.